PIERRE E JEAN - Compagnia Diaghilev
Martedì 16 dicembre ore 21:00

drammaturgia di Massimiliano Palmese
dal romanzo di Guy de Maupassant
regia Rosario Sparno
con Paolo Panaro e Roberto Petruzzelli
luci Gianni Colapinto
produzione Diaghilev
sinossi
Con l’adattamento di Massimiliano Palmese e la regia di Rosario Sparno, il romanzo di Guy de Maupassant (1850-1893) mette in scena una drammatica crisi familiare. Due fratelli passano con la madre le vacanze estive nella casa al mare, tra gite in barca e le visite della giovane vedova Rose, che entrambi corteggiano; ma l’imprevisto arrivo di un’eredità suscita prima vaghi dubbi e poi terribili sospetti su quello che nasconde la composta facciata del rispettabile nucleo familiare. In una veloce sequenza di scene, tra le vezzose cerimonie delle due donne e i duri scontri verbali tra fratelli, il romantico Pierre scopre di avere sogni e valori opposti a quelli di Jean, da cui viene deluso e irrimediabilmente ferito. Senza preavviso, in Pierre e Jean, la famiglia piccolo-borghese mostra la sua faccia peggiore, rivelandosi schiava del dio denaro e inferno di sentimenti che in un niente possono rovesciarsi nel loro opposto: l’affetto in gelosia e l’amore in un rancore che è possibile curare solo lontano, via da tutti, in direzione del mare.
Ho riscritto la storia corale di Pierre e Jean per due soli interpreti, che in scena vestono sia i panni maschili dei fratelli Roland che quelli femminili della madre e della giovane Rose: la sfida è sommare all’acuto ritratto che Guy de Maupassant fa della vorace borghesia moderna un gioco di travestimenti e di scambi, per divertire e/o allucinare, tentando di reinventare in forma di gioco teatrale un piccolo capolavoro della letteratura europea.
Massimiliano Palmese Pierre e Jean è un testo che procede velocemente, diviso in quadri che non lasciano respiro. E ogni quadro ha un titolo. Una sospensione. Un tempo. Uno duello psicologico fra due fratelli che interpretano anche le donne della loro vita, l’amata madre e l’amata amante. Uno scontro da disegnare su tela. Da orchestrare come uno spartito. Rapide pennellate a gouache tratteggiano il passaggio da un ruolo all’altro, cercano la sfumatura giusta, la tonalità adatta al dubbio, al rancore, alla bramosia del denaro, alla gelosia e all’amore che muovono Pierre e Jean. Ogni parola è un fendente pronunciato per ferire. Ogni sguardo un colore per conquistare. Ogni gesto una nota. Una pausa. Per attaccare ancora. Perché di questo si tratta: di vincere. Null’altro.