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POLLICINO


La fiaba di Pollicino affascina da sempre i bambini ed è una meravigliosa storia che facilita il superamento delle paure che determina un’iniezione di forze e fiducia in sé e nel futuro della propria vita. Il successo della narrazione risiede nel processo di identificazione del piccolo pubblico con il protagonista della fiaba: Pollicino riesce, grazie alle sue doti, superare le terribili situazioni nelle quali si trova. La fiaba è l’esempio di rito di passaggio necessario ai più piccoli per superare le ansie e le paure che li travagliano alla loro età.

La versione scelta per il nostro adattamento è quella di Perrault, ricca di finezze fortemente simboliche, che racconta rivoluzione parentale fino alla liberazione totale.

Il primo e più significativo dettaglio della storia risiede nel nome: il pollice è la più evoluta delle cinque dita della mano sia per capacità di movimento sia per la proprietà di dito positivo ed è base per lo sviluppo cognitivo dell’essere umano.

Nel dipanarsi della fiaba, oltre alla presenza di personaggi familiari (padre, madre e fratelli), che costituiscono il primo nucleo culturale del bambino, compaiono personaggi fantastici che incarnano le paure ancestrali di quest’ultimo (orco, moglie dell’orco e orchessine) come fossero l’altra faccia della famiglia, l’aspetto negativo della stessa, di cui ci si dovrà liberare elevandosi ad uno stadio superiore di maturità e consapevolezza.

Nel mezzo, vi è la foresta, simbolo del caso, del destino, della circostanza che a volte può essere favorevole altre volte no.

Pubblico adatto dai 4 anni in su.

Adattamento e regia

Giancarlo Luce

Con

Salvatore Laghezza, Erika Grillo, Antonio D'Andria, Giorgio Consoli

Produzione

Teatro delle Forche

Scene e costumi

Lisa Serio

Pitture di scena

Cinzia De Nisco

Durata

60 minuti

Genere

Teatro d'attore