Légami - Stagione di teatro contemporaneo
Domenica 29 Ottobre – ore 20.00
Teatro delle Forche
THAT’S IMPOSSIBLE OVVERO I DISPERSI
con il sostegno di Nostos e Théâtre de l'Usine
da un romanzo di Cristò Chiapparino
regia di Giancarlo Luce
adattamento alla scena di Giancarlo Luce e Ermelinda Nasuto
con Giancarlo Luce e Ermelinda Nasuto
luci Giuseppe Panetti
scena e costumi Mariella Putignano
musiche Raffaele Stellacci
That’s impossibile è il nome di una lotteria, e della trasmissione televisiva omonima di una piccola emittente locale, che porta la febbre del gioco nelle case dei telespettatori. Ben presto la lotteria diventa un fenomeno nazionale; e poi europeo, fino ad approdare negli States. Una vera e propria febbre, ma anche un fenomeno curiosissimo da studiare; già, perché vincere alla lotteria è pressoché impossibile, visto che si tratta di indovinare un numero a caso, estratto tra zero e...infinito. Eppure milioni di italiani, europei e americani ogni settimana fanno la loro puntata, scommettono sul loro numero vincente. Alle vicende dei tanti piccoli protagonisti che popolano questa lotteria (giocatori, presentatrice, stagista televisiva, impresario) si contrappone la vicenda (e le ragioni) dell’inventore di questa lotteria, Bruno Marinetti, e di sua sorella Sofia.
Marinetti ha un grande piano, una grande ragione, legata al suo passato, per cui ha messo in piedi questo perfetto congegno mondiale della lotteria; fino a quando un giorno ....
Un affresco di caratteri e vicende umane diversissime legate tutte da un filo: quello di una lotteria impossibile da vincere, That’s impossible, appunto.
Quello che cerchiamo di raccontare con questo spettacolo, che a tratti assume le caratteristiche di una giostra rotante su cui i vari personaggi della storia si ritrovano e mettono in scena se stessi e le loro frustrazioni, è il momento di smarrimento, di caduta, di oblio che fagocita l’uomo contemporaneo. Ciascun personaggio di questa vicenda ha di questi momenti.
A guardarlo da lontano, questo affresco umano, sembra rivelarci che l’unico antidoto possibile a questo perdersi continuo sia la sostanza del denaro, del possesso. O forse ne è la causa, la coltre che appiattisce tutto, che schiaccia e atterra?
Unico personaggio alieno alla febbrile vicenda della lotteria e dei suoi protagonisti è Sofia, che però, ne è il motore inconsapevole.
E voi, qual è il numero più alto che riuscite a immaginare?
Domenica 12 Novembre – ore 20.00
PREMIO TEATRO SCUOLA CULTURA “PALMA CITO”
Piccola Compagnia Dammacco
ESILIO
con Serena Balivo e Mariano Dammacco
ideazione, drammaturgia e regia Mariano Dammacco
con la collaborazione di Serena Balivo
luci Marco Oliani
cura dell’allestimento Stella Monesi
foto di scena Pino Montisci
con il sostegno di Campsirago Residenza
con la collaborazione di L’arboreto Teatro Dimora di Mondaino
e di Associazione CREA/Teatro Temple, Associazione L’Attoscuro
Spettacolo vincitore Last seen 2016 (miglior spettacolo dell’anno su KLP)
Spettacolo vincitore Primo Premio al Festiva Teatrale di Resistenza - Premio Cervi Teatro per la Memoria 2017
Spettacolo finalista al Premio Rete Critica 2016
Spettacolo finalista al Premio Cassino OFF 2017
Spettacolo Selezione In Box 2017
Serena Balivo finalista al Premio Ubu 2016
ESILIO racconta la storia di un uomo come tanti al giorno d’oggi, un uomo che ha perso il suo lavoro. Quest’uomo, interpretato da Serena Balivo en travesti (seconda classificata al Premio Ubu 2016 nella categoria “Nuovo attore o attrice under 35”), insieme al suo lavoro, gradualmente perde un proprio ruolo nella società fino a smarrire la propria identità, fino a sentirsi abbandonato e solo seppure all’interno della sua città, fino a sentirsi finalmente costretto a chiedersi come e perché è finito in tale situazione. E così gli spettatori possono partecipare al goffo e grottesco tentativo di quest’uomo di venire a capo della situazione dialogando con se stesso, con la sua coscienza forse, con la sua anima o magari con le sue ossessioni.
Lo spettacolo, con drammaturgia originale e centrato sul lavoro d’attore, cerca di offrire a ogni spettatore una riflessione sul nostro presente e di creare una sorta di memoria dell’oggi. I linguaggi scelti sono quelli del surrealismo e dell’umorismo perché lo spettacolo possa offrire a ogni spettatore visioni della vita di tutti noi in una forma trasfigurata che ne evidenzi le contraddizioni e suggerisca qualche interrogativo su questo nostro modo di vivere.
ESILIO è il secondo passo della “Trilogia della Fine del Mondo” ideata nel 2010 da Mariano Dammacco e in corso di realizzazione ad opera della Piccola Compagnia Dammacco. Il primo passo è stato lo spettacolo L’ultima notte di Antonio prodotto da Piccola Compagnia Dammacco e Asti Teatro nel 2012, con la collaborazione di Campsirago Residenza e di L’arboreto Teatro Dimora di Mondaino. Il terzo passo della Trilogia è in programma per il 2018 con la realizzazione di uno spettacolo intitolato La buona educazione.
Giovedì 23 Novembre – ore 21.00
TEATRO E LETTERATURA
Centro Diaghilev
OBLOMOV
da Ivan Gončarov
di e con Paolo Panaro
“Si può imparare a vivere? Evita qualsiasi frenesia; lascia che i tuoi giudizi smascherino la stupidità. Ridi, ma senza fretta...” I.A.Gončarov.
Tenero e ironico, malinconico e divertente, pieno di simboli e realista, il capolavoro di Gončarov, pubblicato nel 1859, è uno dei romanzi più belli della letteratura mondiale. Il protagonista simboleggia un aspetto particolare dello spirito russo: il fatalismo. Oblomov è un uomo arrendevolmente buono, vittima di una perenne incontrollabile tendenza alla contemplazione. E’ affetto, come ci suggerisce l’autore, da ‘oblomovismo’, sindrome riconosciuta in seguito in psicologia per indicare una singolare tipologia umana incline alla passività di fronte all'aggressività del reale. Oblomov è un provinciale, venuto a Pietroburgo per studiare. All’inizio egli sembra lasciarsi trascinare dalla vita dei suoi coetanei idealisti, pieni di forza e di vita, ma ben presto, non avendo nessuna necessità di lavorare per crearsi l’indipendenza economica, si abitua all’idea che gli altri debbano lavorare per lui e si lascia vincere dall’indolenza inoculatagli nel sangue durante la pacifica fanciullezza trascorsa nella sua tenuta di campagna. A 33 anni Oblomov giace nell’inerzia più totale nel suo polveroso e disordinatissimo appartamento. Trascorre tutto il giorno a letto, immerso in sterili ruminazioni. Dal torpore del sonno lo scuote un amico di antica data, Stolz, che lo stima e ne apprezza le qualità morali e intellettuali. Per effetto della sollecitazione di Stolz, Oblomov torna a frequentare il mondo. Ma il nostro antieroe non è entusiasta di questa nuova vita; gli sembra vacua e tediosa più della solitudine in cui era immerso. Ma un giorno Stolz gli presenta una giovane donna, Olga, di cui si innamora perdutamente. L’amore che Olga riesce a suscitare in lui sembra, per un momento, essere uno strumento di liberazione e di rigenerazione. Oblomov arriva a proporre a Olga di sposarsi, ma questo passo decisivo, che richiede impegno, movimento, interesse immediato, vivace, lo spaventa a tal punto che ricade inesorabilmente nella sua monotona indolenza. Olga sposa Stolz e, una volta sposati, i due fanno un ultimo tentativo per sottrarre Oblomov a una vita indegna, proponendogli di andare a vivere accanto a loro. Oblomov rifiuta, chiudendosi definitivamente nel suo guscio sonnolento.
Domenica 26 Novembre – ore 20.00
Teatro dei Borgia
CABARET SACCO & VANZETTI (90/40)
ideazione e regia Gianpiero Borgia
musiche Roberta Carrieri
con Valerio Tambone e Gianpiero Borgia
L'immigrazione, il pregiudizio razziale la giustizia rispetto a quast‘ambito specifico, sono tematiche dirompenti nellla nostra attualità. Per questo il Teatro dei Borgia decide di raccontare la vicenda di due migranti, due migranti italiani: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti appunto.
La storia, a molti nota, viene narrata attraverso una rielaborazione drammaturgica che vede in scena due soli attori che raccontano, recitano e cantano a cappella, due soli attori che raccontano gli scontri, l’amicizia e i sette anni di carcere di due uomini soli.
E‘ il mito di due umili, consegnati alla storia come eroi moderni. Condannati alla sedia elettrica per un crimine che non avevano commesso, il processo divenne politico e paradigma dell'ingiustiza. Poco noto è il fatto che il Governo Mussolini si spese moltissimo per la loro scarcerazione, ma, allo stato attuale, nessun Presidente della Repubblica Italiana ha mai richiesto la totale riabilitazione della loro memoria, poichè essa prevederebbe l'ammissione di errore da parte del sistema giudiziario americano.
Cabaret Sacco e & Vanzetti è il secondo spettacolo, dopo Cabaret D’Annunzio, con il quale si è inaugurato un genere teatrale che ha tre fondamentali radici: una è la commedia brillante, il teatro di avanspettacolo, di cui nei passati decenni l’Italia è stata una originalissima fucina; la seconda è senz’altro il teatro brechtiano, la terza e più decisiva, la storia. Sono lavori che coniugano musica e prosa, poesia e biopic, dramma didattico e musical, azione e narrazione.
I Cabaret si muovono con grande agio tra un genere e l’altro, creando una miscela esplosiva che diverte e fa riflettere, istruisce e sorprende, nel tentativo grandioso e impossibile che il teatro ha sempre sentito come suo specifico: cambiare se non il corso, almeno la lettura della storia.
Domenica 10 Dicembre – ore 20.00
DispensaBarzotti
VICTOR
liberamente ispirato a “Frankenstein” di Mary Shelley
Premio delle Giurie “Direction Under 30 2017”
Progetto vincitore del bando “Strabismi 2017”
Progetto vincitore del bando “Casa con vista Fringe 2017”
in collaborazione con “UOT_ Teatro alla Corte di Giarola”
regia Alessandra Ventrella
con Riccardo Calabrò, Consuelo Ghiretti e Rocco Manfredi
luci e suono Alessandra Ventrella
scene Rocco Manfredi
Due gambe spezzate tentano di alzarsi, i piedi cercano di sollevarsi da terra ma affondano nel pavimento. Gli occhi annebbiati stanno per cedere, mentre la luce continua ad entrare da una finestra che cola, goccia dopo goccia.
Tutto piange intorno a questo corpo, inondando una stanza.
Eppure Victor è ancora vivo, immerso in un acquario, come un pesce sul punto di morire in preda alle convulsioni.
C'è una creatura fradicia, di notte, che lo viene a trovare, riportandolo a galla. Meravigliosa evoca ricordi lontani o futuri mai realizzati, illudendolo di trovare riparo.
Le cose che lo tengono in vita sono le stesse che lo fanno sprofondare.
Victor osserva immobile il congelarsi del tempo da sotto lo strato di ghiaccio che lo imprigiona.
Qualcuno vada e appicchi il fuoco.
Sabato 16 Dicembre – ore 21.00
TEATRO E LETTERATURA
Centro Diaghilev
RACCONTI. LA MORTE DI IVAN IL’IC
dall’opera di Lev Tolstoj
di e con Paolo Panaro
Basta leggere poche pagine di questo meraviglioso racconto per capire immediatamente la grandezza di Lev Tolstoj. La storia è fra le più comuni e le più semplici, sfiorando addirittura la banalità. Un uomo come tanti, senza alcuna caratteristica particolare e dalla vita piuttosto mediocre, scopre dopo un piccolo e insignificante incidente casalingo di essere gravemente ammalato. Comincia a provare pietà per se stesso e a essere insofferente verso il chiassoso mondo della gente sana. Nessuno lo comprende né gli presta ascolto, tranne un giovane servo che si prende cura di lui con serena determinazione. La malattia e soprattutto la morte diventano, negli ultimi giorni della sua vita, una presenza costante, degli interlocutori affidabili, delle potenze che gli svelano una nuova e diversa realtà. La sua scala di valori va in pezzi e si accorge che tutto quanto ha vissuto è stato falso; la menzogna ha dominato la sua intera esistenza, nella vita familiare come nel lavoro. La menzogna si ritira e arriva finalmente la luce...
Tolstoj, con precisione chirurgica, ci colpisce al cuore, lasciandoci vuoti e senza speranze. Ma è proprio da qui, da questa sconfinata disperazione, che il grande scrittore russo ci suggerisce di ripartire, di trovare le energie necessarie per riprendere il cammino, di disegnare nuovamente il progetto delle nostre vite.
INFO E PRENOTAZIONI
www.teatrodelleforche.com
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0998801932/3497291060
Costi biglietti spettacoli rassegna: intero 10 euro / ridotto 8 euro (under 25, over 65, gruppi di almeno 8 persone, iscritti ai laboratori di teatro)
Card 5 spettacoli rassegna “Légami”: 35 euro
Costo biglietto spettacolo “Esilio” (nell’ambito della IX edizione del Premio Teatro Scuola Cultura “Palma Cito”): 10 euro
Si consiglia di prenotare dato il numero limitato di posti.
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